domenica 9 febbraio 2020

Carnevale, il nuovo virus e gli antichi untori della peste.



Il mondo sta guardando verso la Cina, verso quel paese che sembra inarrestabile nella crescita e nell'espansione. Ma non guarda con ammirazione o timore economico, guarda terrorizzato pensando alla virulenta diffusione del coronavirus. Stamattina, nel centro storico tra la folla della bella domenica carnascialesca, pensavo tra me e me: e se arrivassero due autobus carichi di cinesi e si immettessero in piazza Duomo come reagirebbe la folla? L'allarmismo non sia esagerato, ma tutti coloro che abbiamo studiato il Manzoni ci ricordiamo della narrazione della peste di Milano e della paura del contagio, degli "untori". Gli untori: bastava un sospetto, l'accusa di una donna isterica o di un uomo prezzolato, poi le torture per estorcere una confessione, e si finiva sul rogo. Acireale è la patria degli untori, ma non di contagi virulenti, non di peste si parla, parliamo untori della vita quotidiana, pubblica o privata. Un imprenditore che accresca la sua attività non è bravo per gli Acesi bensì: se la crescita non è di grosse dimensioni si ipotizza la via del meretricio della moglie o dello spaccio di sostanze stupefacenti tra le mura domestiche, se la crescita è oltremisura, non c'è via di scampo, il riciclo di soldi di dubbia provenienza ha generato il benessere del nuovo Creso. Già perchè ad Acireale si dice di dubbia provenienza, si dice di "cose trubule" perchè la parola "mafia" non si può pronunciare, al limite e proprio se costretti si sussurra. Sulla attività della Pubblica Amministrazione poi il moltiplicatore è maggiore, partendo dal presupposto che "sunu tutti na cosa" "su tutti ladri" e "su misi dda p'arrubbari", qualsiasi iniziativa della Pubblica Aministrazione ha doverosamente i retroscena necessariamente criminali. E tutti parlano, parlano e gli untori? scrivono scrivono... Ad Acireale un tempo sarebbe stato necessario un Ufficio Postale a parte per tutte le "segnalazioni, firmate regolarmente, firmate con nomi falsi e anonime, che da Acireale si dirigevano verso le sedi di coloro che sono preposti ad indagare e giudicare. Poi ci sono gli untori social, razza selezionata da recente, anche essi col proprio nome, con lo pseudonimo o anche il fake, anche loro, sui canali che la tecnologia ci offre, emanano sentenze inappellabili su fatti che spesso sconoscono. Tra questi ci sono forse anche io, delicatamente, soft, ma ci sono. Acireale è la Città delle meraviglie, dove essere untore ti fa far fortuna: anche il nostro Sindaco, in un noto social era un excel-lente untore che ora prova invece un lieve fastidio quando i suoi ex co-untori cercano di ungere lui e compagnia bella. Anche la maggioranza, del Movimento Cinque Stelle che ha fatto la sua fortuna ungendo (ma questa è un'altra storia), tra le sue fila conta qualche buon untorello. Prima domenica di Carnevale, un buon successo di pubblico, mi fa piacere per Tano Cundari, un bravo giurista prestato al Carnevale; se pensiamo che cosa più seria della Legge c'è solo il Credo dell'anima, sembra un paradosso, invece meglio che ci sia, anche perchè, questo qui il Sindaco lo conosceva da molto tempo, tanto tempo prima di nominarlo. E poi questo non ha nuore che si laureano ed è già tanto. Salvo Fichera come voce del Carnevale ha ben impressionato. Io però rimango fedele al caro Angelo Badalà. Non deve morire il Carnevale, siamo diventati tutti pessimisti, cerchiamo di essere invece ottimisti, allegri. E' Carnevale ed io ho scritto tra il serio e e il faceto. A Carnevale ogni scherzo vale. Anche il Vescovo è entrato in sintonia con il periodo: abituati a vederlo con alle spalle un Altare Tridentino, il mascherone ed il diavoletto di sfondo hanno sconvolto i benpensanti. Non conta quello che c'è alle spalle, conta quello che si compie sulla Mensa. Acitani, Lefebvriani ammucciati e bizzocchi nell'anima. Parlo assai, stasera faccio l'untore: tanto lo so che in tanti il mio nome vorrebbero vederlo inciso sulla Colonna Infame: mi dispiacerebbe non meritarlo e allora cerco di impegnarmi. Viva Acireale Viva Santa Venera santodimauro dottorziz cosedijaci P.S. Il Conte Alessandro Manzoni mi perdoni l'uso e l'abuso della sua arte.


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