lunedì 31 ottobre 2016

I miei Morti



Sono nato 54 anni fa, in una Città, Acireale, che all'epoca godeva un periodo di splendore e di opulenza.
Uno dei ricordi bellissimi è legato al giorno dei Morti, quando trovavamo i giocattoli e ci pervadeva il senso della felicità più pura, quando legavi quel regalo a qualcosa di incorporeo con cui avevi dei legami e che si materializzavano in quella pistola o quel trenino o quella bicicletta.
Immaginavo i morti, in libera uscita, che sfiorandolo il suolo quasi toccandolo, diafani e incorporei, luminosi, così come degli angeli che recano i doni ai propri cari. Un'immagine che mi ero creato e che mi accompagna anche ora, che mi riporta alla mente cari ricordi.
Così immaginavo mio nonno defunto, con cui non avrei mai avuto contatti, ma c'era un giocattolo, qualcosa di concreto che ci legava.
Accettare la morte come conseguenza della vita era più facile e chi era morto non moriva nei cuori e nell'affetto dei più piccoli.
Certo, ricordo anche qualche risvolto non piacevole, bambini che avendo tutti e quattro i nonni in vita, chiedevano ad essi quand'è che sarebbero morti, affinchè recassero loro i doni che desideravano.

Quindi io immaginavo mio nonno, Santo di nome come me, come un Angelo; oggi il modo di festeggiare si prova a cambiarlo, in peggio sicuramente.
Il morto che torna, anche grazie ai media, è rappresentato in fattezze mostruose, semi disfatto, con un'accetta preferibilmente piantata nel cranio e con intenzioni tutt'altro che benevole.
I vestiti lacerati, la carne che cade a pezzi, occhi che rotolano giù, suoni più simili a grugniti che a voce umana, queste sono ora le anime dei morti che tornano?
Questo immaginario, che secondo i  sostenitori di Halloween, serva ad esorcizzare la paura dell'ignoto, dello sconosciuto, dell'ultraterreno, da un altro canto ci rende una immagine sgradevole, che finite le gozzoviglie della ultima sera di ottobre, resterà nell'immaginazione.
Un giorno i miei nipoti, quando sarò passato tra i più, mi immagineranno tipo uno zombie dei riti magici del Candomblè, orrendo e fetido?
Preferisco non essere ricordato, non essere nominato, non essere una comparsa dell'orrido.

Non considerando anche i significati esoterici fino a trasformare la festa in una notte di evocazioni diaboliche e di riti demoniaci.
Ma tutto questo nulla ha a che fare con noi con la nostra storia le nostre tradizioni e la nostra educazione.

Una sola cosa.
Alla crudele morte, ridiamo dignità.
(dottorziz)