giovedì 31 gennaio 2019

U sugu di Cannalivari si sta appigghiannu


Chiù tipi di carni ci metti e chiù veni bonu  (mo nanna)

Ora viene Carnevale la festa profana tra le tante feste sacre Acesi.
Il Carnevale dura da cinque-sei secoli ad Acireale.
La nuova Amministrazione ha rivoluzionato il Cda.
Il Sindaco ha ritenuto opportuno dare in un certo senso carta bianca al nuovo Cda e al suo Presidente; ne ha il potere e penso che abbia le sue buone ragioni.
Il direttore artistico è rimasto lo stesso, Giulio Vasta è inscindibile dal Carnevale e come si dice : no Martini, no party, diciamo tranquillamente no Giulio, no Cannalivari.

Un centesimo per ogni parola spesa inutilmente per il Carnevale e sarei ricco come Morgan (il banchiere americano, non il cantautore).

Non è detto che andare contromano nell'autostrada si deve investire per forza e se si investe non è detto che si debba morire per forza.
La scommessa è fatta, il ticket si deve pagare, gli spettacoli si faranno.

Il fatto che ci stiamo innervosendo un po troppo tutti, quest'attesa di qualcosa (o bella o brutta) annunciata... tipo un'ansia da prestazione.

Non disturbiamo il conducente, la posta in gioco è alta. Troppa gente si gioca la faccia e tanta gente è messa in un angolo pronta a lapidare tutti quelli che si sono scommessi nel Carnevale.

Se si alzano i toni arriveremo sfibrati ed invece dobbiamo conservare tutte le energie e cerchiamo di fare ognuno il nostro dovere.  
Se va male, pagheremo di tasca e nessuno si dimetterà. Tanto vale che non ci pensiamo e nei limiti del consentito cerchiamo di divertirci.

La carni di vitedda ci voli da manuzza, chidda di maiali ci volunu i pittinicchi e u busciularu, tanticchia di cudini, qualchi caddozzu di sasizza.
Vino cotto e estratto sono fondamentali.
Na fogghia d'addauru e a cu ci piaci tanticchia di cannedda e di chiovu di jarofunu

Ariminari a focu lentu uri e uri, quannu parti na punta ad appigghiari, astutatici.
M'araccumannu i maccaruna a setti purtusa ma ju mi cuntentu chiddi fatti co ferru di cusiri.



santodimauro
dottorziz
cosedijaci










lunedì 28 gennaio 2019

La lezione del Comandante

(foto di Rosario Di Bartolo)



La festa di San Sebastiano si chiude partecipata e colma d’emozione fino all'ultimo istante.

Questo 2019, cominciato con le ferite aperte del terremoto di Santo Stefano, non ci ha trovati con un morale alle stelle.
La nostra storia ci racconta di eventi calamitosi e di epidemie che hanno segnato il territorio e non è un caso se si è sviluppato il culto nei confronti di San Sebastiano perché il popolo acese a lui si è sempre raccomandato ed a lui ricorre nei momenti bui.
Acireale ha tanti Santi protettori, alcuni dimenticati (ne abbiamo parlato ieri sera con Antonio Trovato e ne parleremo più avanti più dettagliatamente): Santa Venera, eletta Principale Patrona, e San Michele Arcangelo. Hanno anche loro un seguito, ma per San Sebastiano è diverso.
Il popolo Acese ha un rapporto intimo, familiare, con San Sebastiano, suggellato con il patto del Voto.
Il Voto che ogni anno raduna migliaia di devoti in Basilica a gridare l'amore e l'affetto per "u Rizzareddu".

Quest'anno, per rispetto di chi ha perso la casa, non sono stati accesi fuochi d'artificio. 
Le somme destinate per i fuochi saranno impiegate per la ricostruzione delle zone terremotate.
La Festa di San Sebastiano è stata bellissima lo stesso.

Non sono un appassionato dei fuochi d'artificio (lo sanno bene i devoti di Santa Venera), ma sono anche convinto che siano necessari, nella giusta misura, per fare festa. Con l'esperienza di della festa di Santa Venera del 2017, segnata dal crollo nella cantoria della Cattedrale e quest'anno con la festa di San Sebastiano, caratterizzata dall’assenza di fuochi, è emersa la genuinità della devozione. La spiritualità e la compostezza dei Devoti di San Sebastiano rimarranno impresse nella memoria di tutti. 
Se qualcuno avesse avuto per caso qualche perplessità, ora porti il massimo rispetto a quella folla che si accalca attorno al Comandante, perchè anche quest'anno, e più degli altri anni, ha dimostrato di essere degna di Lui.

I giovani, in particolare, sono numerosi e ferventi, hanno grande affetto per il Comandante, ne parlano come uno di famiglia, ne avvertono la presenza nella vita di tutti i giorni.
Mi capita spesso di parlare con i Giovani Devoti di Piazza Guzmana, (qualcuno di loro è anche sotto la Vara di Santa Venera): mi fanno sperare che un giorno il mondo possa essere migliore, sicuramente migliore di quello che gli lasceremo noi, poiché abbiamo in tanti trascurato le tradizioni, anche quelle sane ed importanti.

Una parola la spendo per il Rettore della Basilica, che stimo e ed apprezzo: è il primo tra i devoti e fa da volano a tante iniziative. La Basilica, grazie a lui ed a Fabio Grippaldi, è divenuta faro culturale, oltre ad essere già la sede della maggiore festa della Diocesi. Don Vittorio è un ottimo Sacerdote ed un grande studioso: ha tutti i numeri per progredire e potere servire la Chiesa da ben altre posizioni.
Un complimento ai componenti la Commissione, laboriose formiche tra la folla dei fedeli, instancabili e composti, una squadra da Champion League, citazione speciale per il mio amico Saro Fichera.


E per finire: la diretta televisiva, nata per la Festa di San Sebastiano e poi scelta anche dalle altre feste (tra le quali, quella di Santa Venera), con la conduzione di Antonio Trovato, arricchisce chi segue la festa, attraverso notizie storiche che ci fanno capire il perchè di tanti gesti o atti che si tramandano nel tempo.
La possibilità di rendere la festa e la storia del Santo accessibili a tutti assolve uno scopo sociale non indifferente e non si può più immaginare una festa importante senza una diretta (si, ragazzi, siete prenotati per il 26 luglio).


Viva San Sebastiano
Viva Santa Venera

In memoria di Gigi Safiotti, il campanaro delle sette chiamate.


santodimauro
dottorziz
cosedijaci





sabato 26 gennaio 2019

Il mio sabatale


Solo il silenzio è grande; tutto il resto è debolezza. (Alfred de Vigny)

Per quanto attiene l'immagine in copertina, vengo sollecitato da più parti a parlarne.
Non dirò nulla, mi bastano le manifestazioni di solidarietà che continuano ad arrivarmi da tutte le parti e la rinnovata fiducia del Sindaco.

La gestione dell'Area COM al di fuori delle emergenze spetta al Sindaco che può farne quello che vuole quando è libera, l'importante che in caso di necessità sia resa libera in poche ore (mi pare 6) per consentire l'accesso ai mezzi e alle attrezzature.
Ben venga il parcheggio per Carnevale se nel frattempo i Vigili del Fuoco, a cui va la nostra gratitudine, avranno smontato il campo.

Poi per il Carnevale noi Acesi cerchiamo di non inasprirci gli animi, compresi quelli contro e quelli che sono ancora perplessi sulle scelte della nuova gestione. Non ci guadagniamo nulla a fare i Bastian contrari, poi alla fine, alla squagghiata da nivi, si vedrà. Tanto anche se va male, nessuno penserà lontanamente di dimettersi.

L'assessore Grasso è stato preso sottogamba da tanti, vedendo i risultati dell'Assessore medio potreste ingannarvi, lui è uno che vale.
La ZTL per me è irrinunciabile, avere annullato quella di Barbagallo per me è stato un errore ma sono anche consapevole che se si studia una soluzione deve essere progressiva, sostenibile e per sempre.
Quindi adelante ma con juicio, a 30 all'ora.

In Consiglio Comunale sono stato piacevolmente sorpreso dalle Consigliere di maggioranza Doriana Zappalà e Sara Pittera, stanno dimostrando velocemente di avere stoffa politica. Le osservo da tempo e le apprezzo sempre di più.

Altro motivo di compiacimento me l'ha dato la Presidente del Consiglio Comunale dott.ssa Sonia Abbotto che il giorno 22 nel 368° del patrocinio di Santa Venera ha citato nel suo discorso in Cattedrale episodi che ricordano la grandezza della storia passata di Acireale; dopo un periodo iniziale che ha ingenerato malintesi anche lei si avvia a reggere la carica con saggezza e padronanza.

I ragazzi del Vigo-Fuccio e del Fanciulli in questo periodo sono afflitti dai doppi turni, i loro genitori sono ulteriormente stressati dalle difficoltà logistiche: la situazione non è piacevole.
Il Sindaco pare abbia detto che entro marzo la scuola sarà sistemata e a quel punto il trasferimento al San Luigi forse sarebbe superfluo e solo una spesa inutile se per dargli una rinfrescata passerà ancora tempo, queste cose si fanno nell'immediatezza.
Purtroppo la gestione dell'emergenza giocoforza crea dei disagi anche gravi e il Sindaco ha appena affermato a Radio 1 che il problema più urgente sono le scuole.

Domani verranno i Marines a pulire Villa Belvedere, una notizia positiva e negativa allo stesso tempo, è sempre un atto di riconoscimento della propria inadeguatezza da parte dell'Amministrazione: se i problemi ce li devono risolvere i soldati, dobbiamo allora auguriamoci un bel golpe militare o un invasione straniera. Per noi Siciliani non cambia nulla, colonia siamo sempre stati e colonia restiamo..

Salvo Emanuele Leotta eletto a capo della Consulta della Cultura, ottima scelta, la Fondazione Bellini ha in seno ottimi elementi che possono fare tanto bene per la Città.
E dulcis in fundo, Sabrina Renna oramai ha assunto il ruolo, nobilissimo nella cultura politica anglosassone, di Capo della Leale Opposizione di Sua Maestà. Ricordo gli inizi, sto seguendo la crescita e profetizzo glorioso destino.


santodimauro
dottorziz
cosedijaci









domenica 13 gennaio 2019

Il Vigo Fuccio- La Spina deve morire?







Io ti racconto il carnevale, la festa che finisce male, le falsità di una città industriale. (Claudio Lolli)
E'Acireale e non si smentisce. La Città paradossale. La Città che apre il Centro Storico quando anche nel Burkina Faso il Centro Storico lo chiudono.

Un terremoto, un brutto terremoto che non ha causato vittime. Nel Seicento, nel Settecento, nell'Ottocento e nel Novecento si sarebbe andati in Cattedrale tutti e si sarebbe intonato un Te Deum di ringraziamento e quando sarebbe stato il giorno della festa il fuoco dei "mascoli" avrebbe completato la manifestazione di gratitudine verso le Celesti protezioni per il pericolo scampato.
Oggi non è più così, non si spara neanche una miccetta per rispetto ai terremotati, in compenso la macchina milionaria del Carnevale che è la festa del ridicolo e del divertimento crasso va avanti.
Non voglio criticare nessuna scelta e non voglio criticare nessuna rinuncia, voglio solo sottolineare che il pane che mangiano i figli dei produttori di fuochi d'artificio è fatto della stessa farina di quello che mangiano i figli degli operatori dell'indotto del Carnevale.
Oramai è fatta.
Diceva mio padre: "i cosi fatti si mangiunu".


La Scuola terremotata: il Vigo Fuccio-La Spina  anzi il "Lionardo Vigo di Gallodoro, Fuccio di Sanzà - Michele La Spina (così Agostino Pennisi non mi tira le orecchie) è oggetto di dispute tra sanisti e i crepisti.
Vengo e mi spiego.
Il terremoto ha danneggiato seriamente le scuole a monte, dove ha danneggiato le case.
Al centro di Acireale nessun danno, solo spavento. Hanno controllato le Chiese, qualche struttura che fosse più precaria e poi sono andati alla VigoFuccio.La Spina, un fabbricato moderno, costruito con criteri antisismici (tre corpi tenuti assieme da giunti),  poggiato sulla solida e granitica collina del Cervo.
L'immobile ha sempre avuto delle lineature in qualche tramezzo di gesso e da un paio di giorni è stato chiuso il plesso dichiarato inagibile.
In tanti dicono che il problema si può ovviare, adoperando prodotti specifici, in un paio di giorni, invece il Sindaco pensa di noleggiare una tensostruttura considerando tempi più lunghi..
Comunque, conoscendo bene il patrimonio immobiliare Acese essendo entrato in centinaia di case, posso tranquillamente dichiarare che se si seguono i parametri seguiti per il Vigo Fuccio, tra il 70 e il 75%  .delle case di Acireale dovrebbero essere inagibili.
A questo punto la tensotruttura noleggiamola per 35.000 persone e stiamo tranquilli.

L'Istituto Vigo Fuccio La Spina, con questa chiusura, subirà un sensibile calo di iscritti e correrà il rischio di non poter formare le classi con conseguente mobilità del corpo docente.
Un forte calo di iscritti non sarà riassorbibile prima di 8- 10 anni con le conseguenze del caso.
Mi preme ricordare che la Scuola Vigo Fuccio-La Spina è una scuola molto attiva (assieme alle altre nelle in tante iniziative) per quanto riguarda le tradizioni e le manifestazioni Acesi.
Quando c'è da organizzare qualcosa, basta comporre il numero del prof. Giuseppe Rapisarda (in copertina) e grazie alla guida della dott.ssa Castiglione tutta la scuola si mette in movimento.
Il gruppo che sfila per Carnevale, la rappresentazione della Natività in Piazza Duomo, il coro per il 14 novembre in onore di Santa Venera ed inoltre un interessante laboratorio teatrale, più tante altre attività che rischiano di non essere più svolte in caso di ridimensionamento degli alunni.

Non sono un tecnico, ho espresso un punto di vista non supportato da grafici ne da calcoli tecnici, non voglio sostituirmi alla Protezione Civile ne ai Vigili del Fuoco, sto solo dicendo quello che penso.

Dopo la Villa, le Terme, Il Maugeri, la Vigo Fuccio sarà un'altra chiusura che tende all'eternità?
Questo mi preme sapere.
L'Assessore ai Lavori Pubblici e l'Assessora alla Pubblica Istruzione cosa stanno facendo per risolvere speditamente il problema?



Viva Santa Venera, Viva San Sebastiano



santodimauro
dottorziz
cosedijaci






martedì 8 gennaio 2019

Sull''inversione dell'onere della prova e su Pennisi




Una volta, ogni mattina a Piazza Duomo, c'era un anziano signore che, attaccato ad un palo, recitava continuamente un mantra: "E comu potti agghiunnari stamatina?"
Questo succedeva per anni, fino a quando, una mattina l'anziano signore non si vide più.

Correvano diverse storie su quell'uomo, la maggior parte di fantasia (come succede spesso a Jaci) ma nessuno se ne interessò mai direttamente: un anziano innocuo che mai fastidio diede ad alcuno se non per le grida.

Immagino la mattina, il Sindaco Stefano Alì svegliandosi,  nel mentre che sorseggia il caffè, gli sovviene il pensiero che si è ritrovato Sindaco di Acireale e sistematicamente recita il mantra: " Ma cu mu fici fari" con lo stesso tono di quel poverccio attaccato al palo.

Le scorse elezioni amministrative hanno decretato come Sindaco Stefano Alì.
Norma regionale vuole che la coalizione che sostiene il Sindaco abbia la maggioranza dei seggi al Consiglio  Comunale e pertanto con gli stessi voti di tre dell'opposizione sono saliti quindici Consiglieri di Maggioranza.
Niente da eccepire sul piano formale e della legittimità, ma, nei confronti dell'opinione pubblica ed in particolare modo di chi osserva le vicende del Palazzo, per l'Amministrazione e per i Consiglieri di maggioranza si è innescato un meccanismo crudele.
Nella normalità, chi si propone in campagna elettorale vanta le sue doti di amministratore che dovrebbero essere messe alla prova e quindi c'è da dimostrare la bravura, nel nostro caso invece si è creato il problema opposto: devono dimostrare di non essere scarsi: si inverte l'onere della prova.

In questo gorgo tra chi è più scarso son trascinati tutti Consiglieri e Amministratori.
Spesso per giustificare l'impreparazione i nostri novelli Giolitti citano la burocrazia con i suoi errori puntandole addosso il dito; è proprio di oggi è la notizia della gara sbagliata e del Sindaco che requisisce le stufe ai Comunali per darle alle scuole.
L'impegno c'è, ci sono neo Consiglieri che per compensare l'inesperienza si sbracciano e si danno da fare, il Sindaco è come un fante all'assedio di Giarabub che non si concede riposo, qualche Assessore è disorientato, qualcuno inefficace, Grasso forse darà qualche buon risultato, ma ancora non si avverte nei cittadini un senso di sicurezza e tranquillità sulle capacità dei nuovi Amministratori.

E' importante stare sul pezzo, ma ancora più importante che le cose funzionino.

Gli abitanti di Pennisi, dove, nella tragica vicenda del terremoto, hanno dimostrato grande professionalità i Vigili del Fuoco ed il Sindaco è stato molto apprezzato per l'impegno, sono addolorati oltre per le loro case e per la loro Chiesa anche per le inefficienze e determinati comportamenti su cui stendiamo un velo pietoso.

Tutti meritiamo rispetto, ma i cittadini di Pennisi, Fiandaca e tutti coloro che hanno subito danni dal terremoto, meritano un rispetto ancor superiore perchè stanno vivendo un momento di angoscia e momenti di nervosismo e di incomprensione non devono fare dimenticare che alla base di tutto questo c'è un dramma.

C'è tanta strada da fare, la buona volontà e la buona fede non mancano, i Cittadini hanno bisogno di riacquistare fiducia nelle Istituzioni.
Finora è andata male: speriamo bene per il futuro.


santodimauro
dottorziz
cosedijaci




sabato 5 gennaio 2019

Sulla solidarietà e sui fuochi d'artificio


L'evento sismico di Santo Stefano è stato terribile, ha fatto immensi danni, ha rovinato intere comunità distruggendo case e chiesa, come Pennisi, Piano di Lapa, Fiandaca, Fleri, Santa Venerina.
Immagini strazianti e commoventi sono passate davanti ai nostri occhi e passerà tanto tempo per dimenticarle, anche perchè chissà quanto sara lunga e complessa la ricostruzione.
Grazie a Dio non ci sono stati morti. I credenti in ciò hanno visto la Mano Divina e l'intercessione dei Santi.

Di Santi proprio volevo parlare.
I Sindaci, i Preti e i Comitati e/o Commissioni per le feste dei Santi Patroni che dovrebbero quanto prima essere festeggiati, hanno deciso giustamente di non fare eseguire spari e spettacoli pirotecnici.
Scelta giusta: non si fa festa quando nella tua stessa comunità c'è chi sta vivendo la tragedia di aver perso la casa, l'azienda, la Chiesa.

La sollidarietà è necessaria, fondamentale e in questi momenti è moralmente e umanamente obbligatoria.
La scelta di destinare parte delle somme che sarebbero state spese in fuochi d'artificio alle famiglie sfollate è un gesto apprezzabile e meritorio.

Comunque vorrei fare una considerazione, da libero cittadino, da frequentatore del web e da persona coinvolta nei festeggiamenti dei Santi.

Premesso che i fuochi d'artificio non mi fanno impazzire e che l'esagerazione nei fuochi lo considero uno spreco, vorrei rispondere a tutti quelli che hanno colto l'occasione per disprezzare l'uso dei fuochi e del denaro che viene speso.

Ad Acireale la festa di San Sebastiano è famosa per la grande partecipazione devozionale e per la grande festa di fuochi che viene fatta.
Tra un paio di anni sono 450 anni che a San Sebastiano si sparano i fuochi e che si fa festa, ma non per esibizionismo, ma per ringraziamento di una protezione celeste, per una intercessione, per grazia ricevuta.
I fuochi sono festa, festa anche per il pericolo scampato, festa per esorcizzare una morte che spesso si nasconde dietro l'angolo, festa perchè si è aspettato un anno per fare festa.
Vedere quei ragazzi che si impegnano all'angolo delle strade, che si autotassano, che fanno rinunce per fare un offerta più grossa, da Acese mi inorgoglisce e ritengo che essendo un aspetto della devozione bello, debba essere rispettato.
Invece sui social, in giro ho sentito persone che non hanno mai messo una lira nel "coppo" fare facile solidarietà con i soldi delle bombe.
Questi signori che non mettono una lira per la festa del Santo Patrono però si elevano, con fare filantropico a dire: "si destinino i soldi delle bombe per la ricostruzione". Ma voi quanto ci avete messo? Io lo so chi mette i soldi per i Santi e troppi benpensanti da tastiera ti chiudono il finestrino in faccia per non farsi chiedere soldi e soprattutto per non darteli.
Ci sono stato anche io ai bordi delle strade e ai crocicchi, ho chiesto e ricevuto assurdi dinieghi, ho imparato tanto sull'umanità.

Non sparate sulle bombe, l'ipocrisia è una brutta bestia.

Viva San Sebastiano, Viva Santa Venera, nostri Celesti Patroni.


santodimauro
dottorziz
cosedijaci