lunedì 28 gennaio 2019

La lezione del Comandante

(foto di Rosario Di Bartolo)



La festa di San Sebastiano si chiude partecipata e colma d’emozione fino all'ultimo istante.

Questo 2019, cominciato con le ferite aperte del terremoto di Santo Stefano, non ci ha trovati con un morale alle stelle.
La nostra storia ci racconta di eventi calamitosi e di epidemie che hanno segnato il territorio e non è un caso se si è sviluppato il culto nei confronti di San Sebastiano perché il popolo acese a lui si è sempre raccomandato ed a lui ricorre nei momenti bui.
Acireale ha tanti Santi protettori, alcuni dimenticati (ne abbiamo parlato ieri sera con Antonio Trovato e ne parleremo più avanti più dettagliatamente): Santa Venera, eletta Principale Patrona, e San Michele Arcangelo. Hanno anche loro un seguito, ma per San Sebastiano è diverso.
Il popolo Acese ha un rapporto intimo, familiare, con San Sebastiano, suggellato con il patto del Voto.
Il Voto che ogni anno raduna migliaia di devoti in Basilica a gridare l'amore e l'affetto per "u Rizzareddu".

Quest'anno, per rispetto di chi ha perso la casa, non sono stati accesi fuochi d'artificio. 
Le somme destinate per i fuochi saranno impiegate per la ricostruzione delle zone terremotate.
La Festa di San Sebastiano è stata bellissima lo stesso.

Non sono un appassionato dei fuochi d'artificio (lo sanno bene i devoti di Santa Venera), ma sono anche convinto che siano necessari, nella giusta misura, per fare festa. Con l'esperienza di della festa di Santa Venera del 2017, segnata dal crollo nella cantoria della Cattedrale e quest'anno con la festa di San Sebastiano, caratterizzata dall’assenza di fuochi, è emersa la genuinità della devozione. La spiritualità e la compostezza dei Devoti di San Sebastiano rimarranno impresse nella memoria di tutti. 
Se qualcuno avesse avuto per caso qualche perplessità, ora porti il massimo rispetto a quella folla che si accalca attorno al Comandante, perchè anche quest'anno, e più degli altri anni, ha dimostrato di essere degna di Lui.

I giovani, in particolare, sono numerosi e ferventi, hanno grande affetto per il Comandante, ne parlano come uno di famiglia, ne avvertono la presenza nella vita di tutti i giorni.
Mi capita spesso di parlare con i Giovani Devoti di Piazza Guzmana, (qualcuno di loro è anche sotto la Vara di Santa Venera): mi fanno sperare che un giorno il mondo possa essere migliore, sicuramente migliore di quello che gli lasceremo noi, poiché abbiamo in tanti trascurato le tradizioni, anche quelle sane ed importanti.

Una parola la spendo per il Rettore della Basilica, che stimo e ed apprezzo: è il primo tra i devoti e fa da volano a tante iniziative. La Basilica, grazie a lui ed a Fabio Grippaldi, è divenuta faro culturale, oltre ad essere già la sede della maggiore festa della Diocesi. Don Vittorio è un ottimo Sacerdote ed un grande studioso: ha tutti i numeri per progredire e potere servire la Chiesa da ben altre posizioni.
Un complimento ai componenti la Commissione, laboriose formiche tra la folla dei fedeli, instancabili e composti, una squadra da Champion League, citazione speciale per il mio amico Saro Fichera.


E per finire: la diretta televisiva, nata per la Festa di San Sebastiano e poi scelta anche dalle altre feste (tra le quali, quella di Santa Venera), con la conduzione di Antonio Trovato, arricchisce chi segue la festa, attraverso notizie storiche che ci fanno capire il perchè di tanti gesti o atti che si tramandano nel tempo.
La possibilità di rendere la festa e la storia del Santo accessibili a tutti assolve uno scopo sociale non indifferente e non si può più immaginare una festa importante senza una diretta (si, ragazzi, siete prenotati per il 26 luglio).


Viva San Sebastiano
Viva Santa Venera

In memoria di Gigi Safiotti, il campanaro delle sette chiamate.


santodimauro
dottorziz
cosedijaci





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