giovedì 27 febbraio 2020

Cantiamo vittoria e ringraziamo il gran c... fortuna


Carnalivari vatinni a Miniu,
fammi fari la Quarantana,
ca appoi veni Pasqua lu mo disiu,
mangiamu cassatelli e ciciliu.

Mai, in più di mezzo secolo che io ricordi, il tempo è stato così clemente come quest'anno.
Penso che Giove Pluvio, quello che a Coniglio lo ha trattato con i piedi, sia stato mosso da pietà per tutte le disgrazie economiche dell'amministrazione Sindaco Alì, e abbia concesso che per quest'anno potesse svolgersi tutto nei migliori dei modi.

Il new deal del Carnevale sparagnino ha dato ragione a coloro che asserivano che lo spettacolo vero sono i Carri e che le star pagate a caro prezzo non abbiano fatto fare il salto dell'affluenza del pubblico.
Niente di più illusorio.
Se quest'anno il tempo fosse stato quello del'anno scorso, quanti paganti avremmo avuto?
La domanda è ostica e questo la dice lunga di quanto sia assurdo poter calcolare il "break even point" del Carnevale acese.
Più facile prevedere che probabilità abbia il banco di vincere dieci volte di fila a "chemin de fer". Ed è una partita di Chemin de fer, la parte imprenditoriale del Carnevale, quella che si dovrebbe sostenere con gli incassi del ticket.
Prima variabile tempo, seconda variabile l'offerta:
L'affluenza di quest'anno ha avuto in parte il richiamo degli eventi dello scorso anno.
Bravi artisti si sono esibiti quest'anno, ma dopo che l'anno scorso avevano pasteggiato a champagne, lo zibibbo di quest'anno a tanti ha fatto storcere il muso.
Terza variabile, il circuito: la Fondazione non si può letteralmente permettere il lusso di fare aspettare due ore tra l'esibizione di un carro e la successiva. Il  circuito deve essere fluido e governato saggiamente. Non possiamo condannare una intera serata le persone per vedere lo spettacolo delle esibizioni.
E va bene lo sparagno, ma due bandicedde dignitose non sarebbero costate l'occhio della testa.
Cancellare il concorso maschere singole e come se una grande squadra di calcio rinunciasse ad avere il vivaio.

Quindi ricapitoliamo: bisogna attrarre le persone in quantità, bisogna pubblicizzare la manifestazione a livello nazionale, bisogna reintrodurre il concorso maschere singole e bisogna soprattutto incrociare le dita affinchè non piova.

Ora fatemi complimentare con l'avv. Tano Cundari solo per il coraggio di avere preso la patata bollente nelle mani ed avere portato a compimento una mission mezza impossible, garantendo già da quest'anno il pagamento di una tranche dei debiti della Fondazione..
Non dormire sugli allori e migliorare sempre si può.
La via del ticket oramai è consolidata ed il Carnevale sarà per sempre a pagamento, a meno che non si scopra il petrolio a Piano d'Apa (api è sbagghiatu).

Diamo merito a Fazzio, il presidente della Fondazione emerito meno amato dagli acesi, della scelta coraggiosa a rischio di impopolarità del ticket: nessuno aveva avuto il coraggio di mettere il Carnevale a pagamento e lui l'ha fatto.

Carnevale è nel DNA degli Acesi e non potrà morire mai.


santodimauro
dottorziz
cosedijaci















sabato 15 febbraio 2020

Carnevale 2020, avanti tutta


Ci vulissi a mavara pi sapiri comu finisci avannu stu Carnalivari...

Comincia il secondo weekend carnacialesco, comincia il conto alla rovescia per vedere come va a finire il secondo Carnevale sotto Stefano Alì e il secondo Cda della Fondazione del Carnevale sotto Stefano Alì.

Tutti i protagonisti, e non, sanno che quello di quest'anno sarà un bivio per avallare la bontà della scelta di fare pagare il ticket di ingresso ai non residenti, offrendo come prima donna il Carnevale con i suoi carri, con la stupenda scenografia della Città da contrapporsi al Carnevale dello scorso anno, tanto ridondante di magnificenza quanto disastroso nella gestione dei conti.

Vedremo chi ha ragione: gli assertori dello show di rilievo a fianco della kermesse dei Carri o coloro che difendono la storica e preminente prestazione dei capolavori in cartone romano realizzata dai nostri maestri carristi.

Vedremo il trend degli afflussi e in particolare degli incassi. Tutto dipende da li. Se si riesce ad offrire un Carnevale decoroso e a pagare parte della situazione debitoria, la gestione Tano Cundari avrà ridato vita al Carnevale.
Già in tanti dopo il disastro debitorio dello scorso anno preconizzavano la fine del Carnevale e già girava la voce che il Sindaco Alì potesse uccidere il Carnevale.
Restiamo in attesa dei dati sull'afflusso di questi giorni per poi prepararci al pezzo forte dei quattro giorni.

Oggi in giro ho sentito dialetti e lingue non acesi, questo mi conforta più di ogni altra cosa.
Buon divertimento.

santodimauro
dottorziz
cosedijaci


P.S. ho notato che qualcuno che l'anno scorso sfoggiava una vistosa parrucca quest'anno ne è sprovvisto.
Vorrei segnalargli una fornitissima bancarella.




domenica 9 febbraio 2020

Carnevale, il nuovo virus e gli antichi untori della peste.



Il mondo sta guardando verso la Cina, verso quel paese che sembra inarrestabile nella crescita e nell'espansione. Ma non guarda con ammirazione o timore economico, guarda terrorizzato pensando alla virulenta diffusione del coronavirus. Stamattina, nel centro storico tra la folla della bella domenica carnascialesca, pensavo tra me e me: e se arrivassero due autobus carichi di cinesi e si immettessero in piazza Duomo come reagirebbe la folla? L'allarmismo non sia esagerato, ma tutti coloro che abbiamo studiato il Manzoni ci ricordiamo della narrazione della peste di Milano e della paura del contagio, degli "untori". Gli untori: bastava un sospetto, l'accusa di una donna isterica o di un uomo prezzolato, poi le torture per estorcere una confessione, e si finiva sul rogo. Acireale è la patria degli untori, ma non di contagi virulenti, non di peste si parla, parliamo untori della vita quotidiana, pubblica o privata. Un imprenditore che accresca la sua attività non è bravo per gli Acesi bensì: se la crescita non è di grosse dimensioni si ipotizza la via del meretricio della moglie o dello spaccio di sostanze stupefacenti tra le mura domestiche, se la crescita è oltremisura, non c'è via di scampo, il riciclo di soldi di dubbia provenienza ha generato il benessere del nuovo Creso. Già perchè ad Acireale si dice di dubbia provenienza, si dice di "cose trubule" perchè la parola "mafia" non si può pronunciare, al limite e proprio se costretti si sussurra. Sulla attività della Pubblica Amministrazione poi il moltiplicatore è maggiore, partendo dal presupposto che "sunu tutti na cosa" "su tutti ladri" e "su misi dda p'arrubbari", qualsiasi iniziativa della Pubblica Aministrazione ha doverosamente i retroscena necessariamente criminali. E tutti parlano, parlano e gli untori? scrivono scrivono... Ad Acireale un tempo sarebbe stato necessario un Ufficio Postale a parte per tutte le "segnalazioni, firmate regolarmente, firmate con nomi falsi e anonime, che da Acireale si dirigevano verso le sedi di coloro che sono preposti ad indagare e giudicare. Poi ci sono gli untori social, razza selezionata da recente, anche essi col proprio nome, con lo pseudonimo o anche il fake, anche loro, sui canali che la tecnologia ci offre, emanano sentenze inappellabili su fatti che spesso sconoscono. Tra questi ci sono forse anche io, delicatamente, soft, ma ci sono. Acireale è la Città delle meraviglie, dove essere untore ti fa far fortuna: anche il nostro Sindaco, in un noto social era un excel-lente untore che ora prova invece un lieve fastidio quando i suoi ex co-untori cercano di ungere lui e compagnia bella. Anche la maggioranza, del Movimento Cinque Stelle che ha fatto la sua fortuna ungendo (ma questa è un'altra storia), tra le sue fila conta qualche buon untorello. Prima domenica di Carnevale, un buon successo di pubblico, mi fa piacere per Tano Cundari, un bravo giurista prestato al Carnevale; se pensiamo che cosa più seria della Legge c'è solo il Credo dell'anima, sembra un paradosso, invece meglio che ci sia, anche perchè, questo qui il Sindaco lo conosceva da molto tempo, tanto tempo prima di nominarlo. E poi questo non ha nuore che si laureano ed è già tanto. Salvo Fichera come voce del Carnevale ha ben impressionato. Io però rimango fedele al caro Angelo Badalà. Non deve morire il Carnevale, siamo diventati tutti pessimisti, cerchiamo di essere invece ottimisti, allegri. E' Carnevale ed io ho scritto tra il serio e e il faceto. A Carnevale ogni scherzo vale. Anche il Vescovo è entrato in sintonia con il periodo: abituati a vederlo con alle spalle un Altare Tridentino, il mascherone ed il diavoletto di sfondo hanno sconvolto i benpensanti. Non conta quello che c'è alle spalle, conta quello che si compie sulla Mensa. Acitani, Lefebvriani ammucciati e bizzocchi nell'anima. Parlo assai, stasera faccio l'untore: tanto lo so che in tanti il mio nome vorrebbero vederlo inciso sulla Colonna Infame: mi dispiacerebbe non meritarlo e allora cerco di impegnarmi. Viva Acireale Viva Santa Venera santodimauro dottorziz cosedijaci P.S. Il Conte Alessandro Manzoni mi perdoni l'uso e l'abuso della sua arte.


domenica 5 gennaio 2020

L'esaltazione dello squallore



L'opposizione è cosa seria, l'opposizione è una missione, l'opposizione deve avere dignità e ne abbiamo conferma dai popoli che la Civiltà e la Democrazia la tengono un po più in conto che da noi.

Ad Acireale è scoppiato un caso politico su una vertenza di lavoro, forse comporterà forse al Comune un esborso monetario (sottolineo il forse), come tanti giudizi in cui la Città soccombe e che generano debiti fuori bilancio, non ultimo quello che ha obbligato  il Comune a riassumere i dipendenti licenziati dall'Amministrazione Barbagallo ( i cosiddetti furbetti del cartellino). Allora scrissi che sarebbe stata una crudeltà il licenziamento e fui affettuosamente richiamato.

La storia va avanti, alla guida della Città c'è Stefano Alì e in tanti non siamo felici di questa Amministrazione. Chi è stato messo da parte politicamente, chi ha perso, chi aspetta di uscire dal tunnel, chi ha votato illudendosi del cambiamento, chi pensava di gestire l'agenda del Sindaco, chi ha votato e ha fatto votare pensando che si sarebbe rivotato dopo sei mesi, in tanti scalpitano e soffrono.
Opporsi è giusto, chiedere le dimissioni per qualsiasi minchiata sta diventando una barzelletta, una barzelletta che non fa ridere.

Finiamola e facciamo le persone serie. Le cause di lavoro facciamole decidere alla Magistratura competente e se siamo garantisti dovremmo esserlo anche nelle vertenze sindacali.
L'opposizione in Consiglio sta facendo il suo lavoro, certo confrontarsi con questa maggioranza mette in difficoltà, ma non perchè sono bravi, tutt'altro.

Acireale sta soffrendo, non va peggio di prima e neanche meglio, siamo nel solito limbo in cui sguazziamo da 25 anni.

Meno male che ci sono i due Grasso: Salvo e Carmelo.


santodimauro
dottorziz
cosedijaci