venerdì 25 agosto 2017

Dopo tre anni siamo ancora ai dispetti.


A quannu a quannu lu pupu iu a ligna,
a cippu a cippu nni cugghìu‘na sarma,
pi la muntata si ruppi la cigna,
curriti tutti ca lu pupu si danna.
(filastrocca siciliana)


La legge della democrazia impone a chi ha vinto le elezioni di governare e a chi perde di controllare l'operato e di opporsi quando quest'ultimo non gli sembrasse conveniente alla collettività.

Ad Acireale no.
Ad Acireale dopo tre anni si racchiude tutto nel farsi i dispetti: "zitto tu, che hai perso e rosichi" o " tu hai vinto ma sei incapace" o "quando c'eri tu era peggio" o "quando c'ero io era meglio"

Due persone stimate, due eccellenze nella loro professione, due acitani (nel senso nobile che intendo io e non nel senso dispregiativo).
Due interventi sui social che avrei preferito non leggere.

Tra i due litiganti, la vittima, un eroe (credo suo malgrado), Ciccio Fichera che, malgrado le mille difficoltà, sta accompagnando Acireale verso un salto di qualità nella civiltà.

Su chi abbia ottenuto il finanziamento al cittadino non gliene frega più di tanto, il cittadino vuole la Città vivibile.
La jattura è che dopo tre anni, malgrado il conteso finanziamento, non abbiamo ancora il CCR.
Chi non ha provveduto? Chi ha remato contro? Era forse meglio avviare quello di via Anzalone? Quando si faranno quelli di Tupparello e di Via Catusi?

Preferiremmo leggere proposte migliorative; preferiremmo che si respirasse aria di collaborazione.
Acireale sta cercando di migliorare e lo sforzo va sostenuto perchè i benefici si rifletteranno sul futuro: chiunque sia al governo della Città.
Sappiatelo.

Chi va contro la Città, va contro se stesso .

... e poi dopo tre anni...

santodimauro



venerdì 11 agosto 2017

Figli di una vecchia canzone: Antonello Venditti a Zafferana


Ti ricordi quella strada? Eravamo io e te...

Serata magica ieri sera a Zafferana. Concerto di Antonello Venditti, sessantasettenne cantautore della Scuola Romana,  quella dei giovani del Folkstudio, (la stessa di De Gregori con cui incise il primo album).
Eravamo quasi tremila ieri sera sugli spalti, nei sedili, sui muri a cavallo delle ringhiere, tutti all'inseguimento dei ricordi, tantissimi tra i cinquanta e i sessanta.
Canzoni come "Sotto il segno dei pesci" "Bomba non bomba" "Sara" rimarranno nella storia della canzone d'autore italiana. Ho citato i titoli che hanno segnato la mia adolescenza (fine anni settanta) ma Antonello Venditti ha ne ha scritte tante bellissime, ieri una grande commozione generale  alle prime note di "Notte prima degli esami".
Amarcord, rimpianti, malinconia: la mia generazione ha assistito a tante mutazioni, storiche, politiche e ambientali, ma essere stati testimoni della grande stagione dei cantautori è qualcosa di bello che ci rimane.
Ho registrato Lilly dal vivo, un monumento a tutti quei ragazzi degli anni settanta che disorientati cadevano nel vortice dell'eroina; non esistevano ancora la cocaina e le pasticche che si usano oggi.
Con Compagno di scuola, obbligatori gli occhi lucidi.
Con In questo mondo di ladri, obbligatorio urlare a squaciagola.
Grazie Antonello Venditti, stiamo invecchiando insieme, entrambi figli di una vecchia canzone.

santodimauro






lunedì 7 agosto 2017

VPM e IC Galileo Galilei, una serata di grande musica


Ieri sera nell'auditorium "Antonino Maugeri" dell'IC Galileo Galilei, nell'ambito della collaborazione con Villa Pennisi in Musica, si è tenuto un concerto con musiche composte da Rachmaninoff con Massimo Spada al pianoforte e Diego Romano al violoncello, che hanno entusiasmato il numeroso pubblico presente. Particolarmente emozionate la Vice preside Prof.ssa Lucia Monaco e la Collaboratrice del dirigente, insegnante di violino, Prof.ssa Simona Postiglione.
La scuola media Galileo Galileo è ad indirizzo musicale ed essere nel circuito di VPM che è una importante realtà di musica ad alto livello la qualifica ulteriormente, gli studenti medi sono avvicinati a realtà che potranno essere un giorno il loro progetto di vita.
Il futuro promette bene, il presente è entusiasmante: grazie VPM e grazie IC Galileo Galilei.

santodimauro







martedì 1 agosto 2017

IL PADRONE DEL PALLONE




Quarant'anni fa e forse più, chi  fosse stato ragazzo, come me, conosceva la netta separazione che esisteva nel mondo tra chi possedeva un Supertele e chi più fortunato un San Siro, entrambi di plastica, ma di fattura e di qualità senz'altro diverse.
Poi c'erano gli eletti, la casta ristretta, i privilegiati: quelli che possedevano il pallone di cuoio.

Oggi i ragazzi adorano i giochi che si fanno da soli (senza doppi sensi) o al massimo in due, le playstation sono il compagno che dall'infanzia alla adolescenza (per tanti anche oltre) accompagnano la crescita e l'ingresso nel mondo degli adulti.

Con un pallone, un proletario Supertele, si poteva giocare da soli o in compagnia, in tanti, da uno a più infinito.

Chi possedeva il pallone era il padrone del gioco e delle sorti.
Tutti ambivano a giocare, tutti scalpitavano.
Il padrone del pallone faceva valere il suo potere: chi aveva fatto  "la scià" con lui, "non jucava", chi gli faceva "malusangu" non giocava neppure.
I più scarsi, venivano scelti all'ultimo e spessissimo erano costretti a svolgere l'umiliante ruolo del portiere.
Dopo avere stabilito gli aventi diritto a giocare, si formavano le squadre ed al padrone del pallone spettava fare la prima scelta, che era sempre quello considerato più forte, non per meriti calcistici ma per aggressività.
Guai a chiamare un fallo contro o volere annullare un gol al padrone del pallone: subito pallone al petto e minaccia di andarsene.
Suppliche, atti di contrizione al limite dell'autoflagellazione convincevano il padrone del pallone a concedere ancora qualche minuto per mera paternalistica indulgenza.
Ginocchi e gomiti sbucciati, tutti impolverati, un impasto di sudore, terra e sangue ricopriva gli eroi di un vicolo, di una piazza ed ovunque non passassero auto, a quei tempi rare.

Poi c'era "la ricugghiuta".
L'orario del padrone del pallone, sorte voleva, era almeno un'ora prima di tutto il resto della brigata.
E giù di nuovo suppliche per trattenerlo altri cinque minuti.
Poi c'era l'addio, con l'immancabile domanda: dumani torni?

Il padrone del pallone andava via portandosi dietro l'oggetto del desiderio di tutti e c'era sempre qualcuno, a labbra strette e a denti quasi serrati pronunciava a mezza voce: "strunzu"

I padroni del pallone (che pallone non è) di oggi sono diversi, più raffinati, più evoluti ma sempre "strunzi"

(santodimauro dottorziz)


P.S. E' di oggi 1 agosto 2017 che l'Acireale Calcio è stata ammessa alla Serie D.
Proprio come ai tempi del padrone del pallone, l'Acquapozzillo militava in D.
Auguri Acireale.