sabato 21 gennaio 2017

San Sebastiano, gli Acesi e la bellezza




Chi nasce ad Acireale sin da bambino gli viene contagiata la consapevolezza di essere nato nel posto più bello del mondo,
Il mito ci ha consegnato la leggenda di Aci e Galatea, giovani e belli, di cui tutti andiamo fieri.
E gli Acesi, consci di tutto questo, si sono posti sotto la protezione dei Santi più belli: Santa Venera (Santa Venera pè biddizzi...) e San Sebastiano (Taliatilu chè beddu, rizzareddu rizzareddu).
La bellezza ci avvolge e ci accompagna per tutta la vita.
Sono nato in una famiglia Cattolica, di quelle che contavano tra di loro preti e suore, monache di casa e terziarie, nelle nostre case la sera volava l'eco del Rosario recitato d'inverno attorno alla conca e d'estate sutta a prevula.
Mia madre pur avendo nonni acesi era nata e vissuta a Belpasso, da bambino ho vissuto di più le feste dei paesi pedemontani che non quelle Acesi: Santa Lucia a Belpasso, San Giuseppe e Sant'Antonio a Nicolosi.
La festa estiva di Santa Venera inserita nel contesto del Luglio Acese nei miei ricordi è più legata allo splendore di Acireale di allora, la maturità mi ha portato ad apprezzarla: oggi ho l'onore di averne la responsabilità.
Per la festa di San Sebastiano, c'è un episodio della mia vita successo circa 45 anni fa che sono riuscito a comprendere parlando col poeta Giovanni Grasso, che su San Sebastiano ha scritto un bel libro ( ne ha pubblicato anche uno su Santa Venera)
Mio padre, commerciante di agrumi, durante questo periodo era impegnatissimo di lavoro, la campagna dei limoni e delle arance era in pieno svolgimento, per me bambino la festa di San Sebastiano si concentrava con la spettacolare uscita da Via Roma in Corso Umberto e coi fuochi del Viale Regina Margherita, rigorosamente al Bellavista, con i parenti.
Una mattina di un giorno di San Sebastiano,avevo 9/10 anni, mio padre mi chiede di andare con lui, andiamo alla nisciuta e mi consiglia il posto dove mettermi per vedere meglio (il posto che da giovane aveva usato lui), e le precauzioni da tenere al momento più "pericoloso".
Quel giorno, assieme all'entusiasmo e all'adrenalina del momento dell'uscita, ho avuto una consegna: sono diventato un'anello nella catena della tradizione, ho cominciato ad andare da Sammastianu..
Il rapporto con San Sebastiano di ogni singolo acese è molto intimo, la vigilia è vissuta con frenesia, con l'ansia dell'appuntamento importante: l'appuntamento con il fidanzato dell'anima che si rinnova di anno in anno.
Da 450 anni ci tramandiamo questo slancio dell'anima che si trasmette da padre in figlio, silenziosamente, con dolcezza, con amore.
La bellezza che abbiamo dentro, questo appuntamento con il "rizzareddu" ci accompagna per la tutta la vita, ha la sua massima espressione il 20 gennaio e si rinnova aspettando il prossimo anno.
Il vero Capodanno degli Acesi si festeggia venti giorni dopo quello del calendario. Si festeggia con un conto alla rovescia di Fede, amore e tradizione davanti alla "cammaredda" che sta per aprirsi.
E all'apertura è festa.
Festa e basta. Acireale e Sammastianu. 
Quei momenti, che le migliaia di smartphone potranno immortalare ma non descrivere, valgono per tutta la festa.
L'assolvimento del voto del mezzo giro o del giro intero, le corse, i fuochi e tutto ciò che caratterizza la festa completa questo atto d'amore.
Acireale nella Venerazione di San Sebastiano da il meglio di se.
L' Acese, che è avvezzo alla bellezza, lo sa.
Viva Sammastianu

santodimauro
dottorziz
#cosedijaci

Foto di Fabio Consoli

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