domenica 5 maggio 2019

Core ingrato: il bluff del Carnevale



Ritornando al tema di moda di questi giorni, il Carnevale, girando per il web ho colto spunti e considerazioni da fare.

Sul Carnevale invernale colgo la lamentela di Seby Ardizzone, un uomo che al Carnevale ha dato tutto se stesso e continuerà a dare per tutta la vita.
Un carro di gran qualità è sempre stato quello della famiglia Ardizzone, in 15 ci lavorano da agosto a febbraio. Un premio di 38.000 euro remunera le fatiche di questa gloriosa e storica Associazione. Renzo Arbore e la sua orchestra in due ore, sarebbe costato 86.000 euro.
Giustificato e motivato il risentimento e io sto dalla parte di Seby Ardizzone.

Il grande bluff del Carnevale è questo.
Il Carnevale ha bisogno dei grandi spettacoli?
No di certo!
Il Carnevale invernale non ha bisogno di spettacoli con nomi altisonanti per attrarre gente.
La portanza del Carnevale invernale è enorme e non ha bisogno di spettacoli collaterali specialmente se costosi.
Quindi tutti questi trionfalismi da parte della Fondazione sul trionfo del Carnevale invernale sono errati, fuori luogo e mi auguro non afferenti a interessi particolari che escludo a priori.
Portare spettacoli per aumentare l'afflusso turistico nei giorni del Carnevale è una offesa a 500 anni di tradizione del Carnevale e ancor di più all'arte ed ai sacrifici dei Maestri Carristi.
I 15.000 sono venuti per Arbore o per i Carri?
Questa edizione del Carnevale ha evidenziato la totale inadeguatezza del CdA della Fondazione.
La sfida del ticket era un rischio da correre, ma soprattutto da ponderare e saper gestire, chi ha preceduto questo CdA sicuramente non era uno sprovveduto, sicuramente non era uno scialacquatore di denaro pubblico e pur sapendo della ineluttabilità dell'autofinanziamento tramite lo sbigliettamento, ha temporeggiato e non ha scelto la facile (ipoteticamente) strada delle spese poco accorte umiliando il lavoro dei carristi e creando un disavanzo che avrà alla fine di tutti i conti una entità mostruosa.

Il Carnevale ha una storia da difendere. Gli spettacoli siano secondari, ben tornino i Los Locos se altrimenti dobbiamo aspettarci le voragini economiche.
Bisogna saper sfruttare la portanza di pubblico e di raccolta pubblicitaria del Carnevale invernale e ci vuole gente preparata per questo.

La impreparazione e l'imperizia del CdA della Fondazione si sono poi evidenziate in tutto il loro splendore con il "Carnevale dei Fiori".
Un disastro, uno squallore, una vergogna per una Città bella come la nostra.
Non hanno saputo lanciare la sfida turistica dell'evento nel particolare periodo.
Il CdA non deve arruolare i grandi nomi della canzone per poi avere i selfie fatti nel Palazzo del Turismo, ma deve propagandare un prodotto all'utenza turismo che si deve creare tramite la promozione.
Acireale, a parte le meravgliose opere degli artigiani dei fiori, per il Carnevale dei fiori appariva pietosa.

 Due manifestazioni (carnevale e festa dei fiori) sotto una unica organizzazione. Carnevale invernale partecipato, quello dei fiori un disastro.
Quando le cose stanno così significa che il successo del carnevale invernale non è ascrivibile alla organizzazione ma alla sua valenza storica.
Il tonfo della festa dei fiori certifica questo assunto e colloca gli interpreti di questo disastro nella corona degli incapaci.

Ornare la Città con fiori di carta e non con fiori veri è stato il massimo del pessimo gusto.
Un fiore di carta è un "fiore che non marcisce".


santodimauro
dottorziz
cosedijaci



































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