domenica 4 febbraio 2018

Jaci ed il Carnevale non moriranno mai.




Carnevale è partito, per la quarta volta consecutiva, con a fianco. la sorridente e di prosperosa bellezza, la reginetta Claudia, ho ricevuto la chiavona della Città dal Sindaco.
Fare il corso Umberto in carrozza è impagabile.
Essere parte di una storia cittadina lunga cinque secoli non ha prezzo.

La vigilia di questo Carnevale è stata molto pesante, agli adempimenti di ordine pubblico prefettizi ora molto più severi grazie alla legge Gabrielli, si sono accavallati i controlli di tutti gli enti possibili ed immaginabili sollecitati da segnalazioni da parte di persone che sicuramente negli scopi non avevano la buona riuscita del Carnevale, ma negli effetti si è avuta una constatazione formale che le presidenze Coniglio prima e Belcuore dopo hanno trasformato la Cittadella, dal livello di quarto mondo (cit. Mad) della precedente amministrazione, rendendola dignitosa e sicura.

Ogni anno con l'inizio del Carnevale ripartono le polemiche, le critiche, le lamentele.
Una manifestazione che per due settimane sconvolge il normale andamento della Città, con afflussi enormi di gente da ogni dove e con la spettacolarizzazione di tutto ciò che c'è .
I carri fanno da padrone e sono la peculiarità ma anche le singole maschere fatte in casa danno un valore aggiunto alla festa.
E l'umore? Non si può essere musoni per Carnevale, appena si entra nel circuito c'è il "mollate gli ormeggi" nel mare dell'allegria.

Acireale: la Città delle Cento Campane e la Città del Più bel Carnevale di Sicilia.
Un dualismo, sacro e profano, che ad Acireale ha radici profonde e inestricabili.
Il Carnevale affonda le sue radici in epoca di profonda diseguaglianza sociale e di forte religiosità con la Chiesa che faceva leva sulla paura della dannazione eterna.

Trasgredire è stata la parola d'ordine del Carnevale per secoli.
Rovesciare l'ordine delle cose perchè le cose alla fine continuassero le stesse per secoli.
Sfottere i baroni, i maggiorenti che per il resto dell'anno sfruttavano le classi inferiori.
Mi sono vestito da re, mi sono immaginato re: alla fine però ritorna la consapevolezza.
Lo sberleffo, lo scherzo la canzonatura (anticamente ad Acireale le chiamavano "peddi") fino a quando si ritorna all'ordine normale delle cose.
Nel linguaggio moderno, un reset, un refresh per poi ricominciare.

Il peccato, chi più dei Cristiani avverte il senso del peccato?
Peccando e riconoscendolo davanti a Dio si apre la porta verso la Misericordia ed il Perdono.
Il periodo precedente alla Quaresima, così libertino, così trasgressivo, fa meglio avvertire quanto sia facile la tentazione e quanto sia altrettanto facile cadervi.
Ed ecco che giunge la necessità di fare atto di contrizione, di riconoscere la caducità della condizione umana ed ecco le Ceneri che aprono alla Quaresima.

Don Roberto Strano ha già messo in divulgazione il libretto "Quaresima per i fannulloni" e lo presenterà domani.
La ruota gira da sempre così, con lo scorrere del tempo ed il succedersi delle ricorrenze.
Siamo da secoli una Città molto religiosa e in quest'ultimo anno frequentando le Sacrestie mi sono reso conto quanto sia ricca la Chiesa Acese di ricorrenze liturgiche e di momenti di intensa spiritualità.
Così come siamo religiosi, siamo stati così brevi da festeggiare il Carnevale alla grande, con magnificenza con grande partecipazione.

Ci saranno periodi di stanchezza, di distrazione, di contestazione.
Ci saranno delatori e scrittori di denunce anonime.
Ci saranno politici ed amministratori più o meno illuminati.
Ci saranno Vescovi e Preti più o meno votati alla Santità.
Ma una cosa è certa: Jaci ed il Carnevale non moriranno mai.


santodimauro
dottorziz
#cosedijaci


(foto Pierluigi Andronaco)






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