martedì 27 febbraio 2018

Il mal sottile



Quand'ero ragazzo per offendere taluni usavano una parola bruttissima : "cunsuntu"; ora non si sente più, è caduta in disuso.
I nostri genitori ci vietavano di pronunciarla, tipo un esorcismo contro quella che era stata una malattia, la tubercolosi, che distruggeva, debilitava, sfiancava, fino a portarla alla morte, tanta gente.
Lo chiamavano il mal sottile, che lavorava piano piano, continuamente, fino alle estreme conseguenze.

Sono abbastanza vecchio per ricordare un'altra Acireale, che se anche più ricca e prospera, non era senz'altro meglio dell'attuale.
Ricordo una classe dirigente spavalda e spregiudicata che si sentiva intoccabile ed onnipotente.
Poi ci fu Tangentopoli: abbiamo applaudito alla Magistratura, eravamo tutti tifosi.
Pensavamo che un mondo migliore fosse possibile e che le premesse ci fossero tutte.

Sindaci della levatura di Gaetano Vigo, Stefano Scandurra e Alfonso Sciacca non ne avremo più.
Con la seconda Repubblica la classe politica ha perso autorevolezza, sostituita dal pressapochismo delle idee e dalla raccolta del consenso al di fuori dell'opinione.
Abbiamo avuto quattro anni tutt'altro che sereni, una Città protagonista in Procura e alla TV.
Da gettonopoli alla testa di capretto e la macchina incendiata, dagli impiegati licenziati al sindaco indagato, non ci siamo fatti mancare nulla.

Questa Sindacatura, morta anzitempo di morte non naturale, fa riaffiorare il pericolo di precipitare in un baratro ancora più profondo.
La rinascita della Città si riconferma di nuovo un'utopia.

Il mal sottile continua a lavorare, ad insinuarsi, già si diffondono in giro germi con voglia di rifarsi di questi quattro anni di quarantena duranti i quali nè la catarsi  nè la guarigione sono avvenute.

E' destino dover morire "cunsunti"


santodimauro
dottorziz
#cosedijaci

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