venerdì 9 febbraio 2018

Tornatemi il mio Giovedi Grasso ed il mio Sanremo


Non bastano la buona volontà e l'entusiasmo di Giuseppe Rapisarda (in copertina), della dottoressa Maria Castiglione, di tutto il Vigo Fuccio La Spina assieme alle altre scuole, delle maschere singole e dei ragazzi di Giocanimazione per riempire il Giovedi Grasso.
Se serviamo contorni senza il piatto forte, manderemo indietro le persone digiune.
Frammentare significa indebolire.
Distruggere il Giovedi di Carnevale è l'equivalente di darsi una mazzata nei cabbasisi.

Appresso " ò Carru da Cumuni" alle bande musicali e soprattutto ai gruppi mascherati che all'epoca facevano "burdellu", ci godevamo un giovedi grasso piacevole e senza troppa ressa.
Giovedi e lunedi di Carnevale erano i giorni "intimi" quelli in cui predominava la presenza dé Jacitani.
Domenica e martedi invece erano i giorni da fudda.
Destagionalizzati i carri infiorati, una scelta che può piacere o meno, ma che ha almeno un senso, per la nostra vocazione di attrarre turisti, ma del giovedi grasso cosa è stato destagionalizzato?



Sanremo diventau na pagghiazzata.
Vogghiu u palco dell'Ariston sistemato serio, con i fiori della Riviera e con presentatori all'altezza che cantino.
Il reparto geriatrico lo lascino all'Ospedale.
Celebrare i 50 di carriera di Baglioni, stimabilissimo artista, non significa dare un'altra azzannata al Festival
Sono due cose diverse.
Ma tanto è 45 anni che non guardo il Festival e tutto sommato è solo nostalgia che mi viene ricordando una famiglia seduta nel tinello in religioso silenzio a guardare il Festival che allora era nel salone delle feste del Casinò di Sanremo.

Dal 2019, il giovedi grasso si mangiano maccheroni con sette purtusi e poi si esce a vedere i carri.
L'anno prossimo si mettano in circuito i Carri anche giovedi grasso. Grazie


santodimauro
dottorziz
#cosedijaci



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