sabato 4 novembre 2017

L'inutile strage: 99 anni da Vittorio Veneto


Il Sommo Pontefice di allora (Benedetto XV) la definì un'inutile strage ed aveva pienamente ragione.
Una guerra per arricchire le grandi famiglie industriali europee che nella guerra intravedevano lauti guadagni.
Dalla guerra civile americana (o di secessione) in poi le guerre sono servite a rimpinguare le casse delle industrie di armi.
Sino ai giorni nostri si fanno guerre per favorire le industrie belliche: "esportiamo democrazia" arricchendo l'industria bellica.

La Prima Guerra ha riunificato la Nazione, oggi festeggiamo l'Unità d'Italia: il prezzo è stato caro, i popoli italici irredenti da 99 anni sono riuniti alla madrepatria, a parte qualche altoatesino (sudtirolese) che non è proprio del tutto felice.

L'inutile strage, la logorante guerra di trincea, gli inutili e sanguinosi assalti con la baionetta, lo stillicidio di vite continuo:
Uno Stato Maggiore, quello italiano, formato largamente da incapaci, che mandarono al macello tanti giovani per una concezione bestiale di guerra.
Ed i morti col gas, altra vergogna.
La disfatta di Caporetto la cui colpa fu scaricata sui soldati ( si parlò di tradimento, una strofa della canzone del Piave) sui poveri e non sui gallonati ufficiali.
La battaglia di Vittorio Veneto che segnò la vittoria delle armi italiane fu conseguenza del collassamento e sfaldamento dell'Impero Austroungarico: i soldati che i nostri avevano di fronte erano boemi, ungheresi, slovacchi che davanti al tracollo dell''Impero, pensarono alle loro nazioni e alla loro pelle e risalirono disordinatamente quelle valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.
Al contadino siciliano o calabrese, sbattuto su un treno e portato sulle doline carsiche, cosa pensate interessasse di Trento e Trieste irredente? Il loro interesse era nel raccolto che senza il loro lavoro non ci sarebbe stato.
Però il mischiarsi di italiani provenienti da tutta la penisola. al fronte, ha di fatto iniziato l'Unità italiana.
L'esaltazione della vittoria trionfale e poi mutilata dai trattati di pace, spianò, insieme al malcontento popolare, ai reduci senza lavoro, la disoccupazione e la crisi economica postbellica, la strada al fascismo: ma questa è un'altra storia.

Quelli che combattono le guerre sono i poveri, quelli che muoiono in guerra sono i poveri.

Oggi è la Festa delle Forze Armate.
Un pensiero a tutti quei morti in guerra e a tutti coloro che vestendo una divisa difendono il vivere civile e l'integrità di una Nazione che ora lo è veramente.
Non più guerre ma ci siano sempre le forze armate e le forze dell'ordine e che siano sempre amate e rispettate.

santodimauro
dottorziz
#cosedijaci






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