lunedì 25 dicembre 2017

Racconto di Natale (senza pretese)


Non era felice per nulla, sognava che arrivasse almeno la neve quando mancavano due giorni al Natale ed invece sole e freddo gli annerivano di più l'umore.
Sperava che almeno la neve potesse portare un poco di magia in quel che restava di un dicembre che aveva gelato soprattutto le anime.
Nell'ormai sporco vestito di Babbo Natale, spinta sul petto la barba posticcia, passeggiava per la Villa dè Vadagghi nervosamente, fumando una sigaretta: desiderava fumare da ore e si muoveva come un ladro, furtivamente, guardingo, semmai qualche bambino spuntasse da qualche parte e lo scoprisse.
I bambini non meritano di essere traditi, hanno il loro mondo immaginario, il posto d'onore è quello di Babbo Natale, non voleva essere lui il traditore.
Il monumento di Lionardo Vigo ingabbiato, malignamente pensò che la ragione del restauro fosse una scusa e che la pietas, ben radicata negli animi dei filantropi dei clubs-service, volesse evitare all'illustre acese la vista dei suoi concittadini tristi per Natale.
Certo, vedere gli Acesi immusoniti non è una novità: i traumi subiti negli ultimi tempi avevano inficiato le certezze consolidate negli anni, fino a fare credere che una cattiva abitudine, qualsiasi cattiva abitudine se l'avesse avuta un'acese, per diritto divino, veniva proclamata virtù.

Per Natale c'era un bel programma, ricco, vario, interessante con belle iniziative dove la Chiesa fa la parte del leone ma anche il grosso del lavoro.
La Cattedrale e San Sebastiano che si alternano in eventi di livello (che neanche l'Eliseo ed il Quirino), poi i presepi che fanno da sempre richiamo e quel Mazzoli, quel giovine e vulcanico parroco di Santa Maria la Scala che col suo grande cuore ha intenzione di rilanciare alla grande il Presepe Settecentesco della  'Rutta.
Piazza Duomo vuota inspiegabilmente malgrado il mercatino, contestato nella impostazione da tanti e la Casa di Babbo Natale affollata dalle scuole e dalle famiglie.
Ma la sera del 24 avviene la magia attorno ad una catasta di legna nella parte alta di piazza Duomo.
Il Sindaco ed il Vescovo come vecchi amici accendono "u zuccu" il ceppo natalizio, il Sindaco ci parla di camini, il Vescovo ci racconta come nacque Stille Nacht e poi tante belle parole, quelle di circostanza, quelle giuste, la preghiera..
Poi il fuoco, le fiamme alte a fare calore e luce.
Gli Acesi tutt'intorno, come coorte compatta, ansiosi di vedere la luce che vince le tenebre.
Questo del ceppo, definito da qualcuno rito pagano, più passa il tempo e più mi da un grande senso di spiritualità, la luce che vince le tenebre è il Cristo che nasce, il fuoco che arde è il sentimento della Fede che portarono a testimoniare Santa Venera e San Sebastiano, fino al martirio, che Gesù era venuto per noi in una grotta a Betlemme, per noi era morto sul Golgota e poi risorto.
Ripartiamo dallo zucco di Natale, facciamo divampare il fuoco dentro di noi e illuminiamoci facendoci luce a vicenda.

Col vestito di Babbo Natale sempre più sudicio ritornò a casa allegro e pieno di speranza.

Buon Natale a tutti


santodimauro
dottorziz
babbonatale
#cosedijaci












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